Rendimento Operatore

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Fabio Picolli
view post Posted on 16/1/2007, 23:28




salve a tutti voi!
nel mio piccolo svolgo un'attiva di gestione di produzione in un'azienda, e mi sono scontrato con un problema: come calcolare il rendimento di un operatore!
tutti sappiamo che l'avanzamento di carriera non è dovuto solo alla bravura della persona, ma, oltre che dalle simpatie, dalle raccomandazioni, dai sindacati, ecc., dalla presenza dell'operatore in azienda. il problema sorge quando vengono contestate i giorni di malattia che a tutti spettano per legge e che nessuno può prevedere, ma chi per vari motivi, fruisci di questi giorni non viene visto bene, al punto di addure questa come motivazione al blocco della carriera, anche se l'operatore è bravo!
Da qui è nato il tentativo di creare un metodo di valutazione del rendimento del lavoratore:

R=(Q-T)^Co

dove Q è la qualità del lavoro (compreso tra 0 e 1)

(lo 0 ovviamente corrisponde ad un prodotto scartato).

T è il rapporto tempo di efficienza:

T=(teff-tj)/(teff*tj)

teff=ti-(Po+Pt)=tempo effettivo.
ti = tempo impiegato per realizzare il prodotto,
tj = tempo job, cioè il tempo richiesto dal ciclo di lavoro,
Po = perdite organizzative,
Pt = perdite tecniche,

Co, invece, rappresenta la competenza dell’operatore per quel determinato tipo di lavoro. In base allo schema delle competenze:

0<Co<0.35 ----> competenza quasi nulla,
0.4<Co<0.7 ----> competenza discreta,
0.75<Co<1 ------> competenza buona.

la variazione dei valori dipende anche dall’esperienza dell’operatore.

Questa è solo un’ipotesi di formulazione, infatti si hanno alcuni problemi quando la quantità (Q-T) risulta negativa, ma ciò corrisponde ad una bassissima qualità del prodotto ed ad un altissimo tempo di realizzazione, quindi R può essere tranquillamente ritenuto nullo!
Altro problema è quando il teff risulta nullo, ma anche qui è facilmente ovviabile: un valore nullo del tempo effettivo equivale o ad un valore del tempo d’impiego nullo (cosa difficilissima se non impossibile) oppure ad un’uguaglianza tra (Po+Pt) e ti, ma ciò vuol dire che non c’è stato un tempo di lavoro effettivo, ma solo perdite!

La mia idea è di fare delle schede di valutazione giornaliera che poi andranno ad integrarsi a quelle mensili e poi, a sua volta, ad una complessiva annuale (queste ultime però terranno conto anche della presenza dell’operatore).
Considerando per esempio operatore di 3° livello, con una certa competenza in una determinata chiodatura, a fronte di 0,8 ore di perdite, con una qualità del prodotto finito di 0.70, ha reso circa 0,80, accettabile tenendo conto di una qualità abbastanza alta.

Non so se già esiste un qualcosa di simile, ma chiedo un vostro parere, correzioni e quant'altro vogliate!
fabio
 
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Valerio D'Alessandro
view post Posted on 19/1/2007, 20:10




Nel corso di Impianti Meccanici che ho dovuto seguire all'Università fu presentato
qualcosa in merito! Ora non ricordo bene i dettagli (dovrei andare a rispolverare
il materiale del corso) comunque l'argomento era sviluppato in base a
quanto riportato in:

"Impianti Industriali" Pareschi Ed. Pitagora, Bologna

che è un testo abbastanza noto nel settore dei Processi Industriali.
 
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Fabio Picolli
view post Posted on 30/1/2007, 10:17




grazie valerio!
sai ho scoperto che queste cose in un'azienda non sono ben viste!!!
si viene etichettati come "coloro che vogliono rompere le ....."!
secondo te (ovviamente la cosa è rivolta a tutti) cosa dovrei prendere in consideraione nella mia idea?soprattutto alla luce del testo che mi indicavi prima!

 
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Valerio D'Alessandro
view post Posted on 1/2/2007, 22:54




Immagino che questo tipo di modelli non piacciano molto agli operatori a cui sono dedicati!
Per quanto riguarda il Pareschi la cosa è presentata come un aspetto della progettazione del layout
di un sistema produttivo. Dal mio modestissimo punto di vista mi pare che tu sia andato anche
oltre quello che è presentato su quel testo.
Secondo Pareschi, comunque, il rendimento dell'operatore è connesso alle perdite di tempo
dell'operatore (non sono riportate però espressioni quantitative) dovute a:

- mancanza di motivazioni
- condizioni di lavoro sfavorevoli
- condizioni ambientali non gradite (benessere termoigrometrico. clima acustico, ecc...)

Non posso aggiungere altro perchè questo tipo di studi
purtroppo va ben oltre quelli che sono i miei interessi.
 
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3 replies since 16/1/2007, 23:28   705 views
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