Progetto Arapuca

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Marco Bozza
view post Posted on 5/1/2007, 20:43




Arapuca è una forma di vita"alternativa", che non esiste nella realtà, ma che gli esperti del laboratorio francese, biologi e informatici, hanno dotato di organi interni e di strutture esterne e perfino di un comportamento. L'iniziativa fa parte del programma Alterne, finanziato dalla Commissione Europea all'interno delprogramma quadro per la ricerca scientifica e tecnologica. Arapuca è il primo organismo virtuale che ha vissuto per più "generazioni", sviluppando una propria discendenza, abitudini di vita e perfino mutazioni evolutive. Lo stesso sistema potrebbe essere usato per simulare l'uomo e per caratterizzarlo con i dati individuali di ciascuno dinoi, per creare una nostra vita parallela nel computer. Alterne è soprattutto un progetto artistico-culturale, studiato per immaginare i meccanismi di altri mondi possibili. Ma il suo fondamento teorico-informatico è alla base di uno sviluppo più pratico, di cui sono state gettate le basi operative all'iniziodi novembre 2006. Si tratta di VPH (Virtual Physiological Human), l'uomo "fisiologico" virtuale.
L'idea è di realizzare un modello informatico, nel quale fare confluire le nostre conoscenze sul funzionamento dell'organismo e sulle possibili malattie. Per definire il cammino del progetto, finanziato dallaCommissione Europea, è stato realizzato un libro bianco, stilato da 13 esperti. Tra loro c'è Marco Viceconti, Direttore Tecnico del Laboratorio di tecnologia medica degli Istituti Ortopedici Rizzoli di Bologna. Viceconti è stato anche incaricato del coordinamento scientifico del programma Step, chedeve definire procedure, tempi e risorse necessari per realizzare l'uomo virtuale. «La sfida», si legge,«è di usare i mezzi informatici come strumenti di previsione per la salute. Un impiego già usato inmotti ambiti, come la meteorologia, il controllo del traffico aereo, i servizi finanziari, ma non inmedicina». Le difficoltà sono enormi. «Per semplificare», dice Viceconti, «abbiamo immaginato diprocedere per fasi. La prima è la realizzazione di un modello in 3D del corpo umano definito in ognidettaglio, tanto nei tessuti quanto negli organi intemi. Il modello dovrà essere elaborato in modo taleda consentire ogni tipo di personalizzazione». Per questo sarà necessaria un'enorme mole di dati,non solo sulle conoscenze già acquisite ma quelle che mano a mano emergono dalle ricerche dilaboratorio. Per gestire le informazioni servirà un'enorme potenza di calcolo, che si può ottenere,secondo Viceconti, «solo con una rete che unisca tutti i più importanti centri di ricerca europei. Non un web, ma una "grid", cioè una rete che consenta di condividere dati, software e capacità dimemoria. In questo modo otterremo un computer "distribuito" tra tutti i laboratori che partecipanoall'iniziativa». Lo scopo finale è fornire a tutti i medici di base uno strumento in cui inserire le cune ipotizzate per ogni singolo paziente e ottenere una previsione realistica degli effetti. Un uomo virtuale che ci salverà la vita.
 
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